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Benvenuti a un nuovo articolo della sezione DeFiChain spiegata, in cui esploriamo i concetti legati al mondo di DeFiChain, criptovalute e blockchain.
Il mondo delle Crypto e della Finanza Decentralizzata (DeFi) sono in continua evoluzione e tra le più recenti innovazioni troviamo i bridge, che permettono di collegare diversi ecosistemi e blockchain. In questo articolo, esploreremo l’importanza dei ponti e il loro impatto sul mercato delle criptovalute e delle stablecoin.
L’espansione delle blockchain di primo livello (L1) e delle soluzioni di scaling di secondo livello (L2) infatti, insieme all’aumento delle applicazioni decentralizzate che operano su più catene, hanno reso indispensabile l’intercomunicabilità e il trasferimento di asset tra diverse catene. Per facilitare questo processo, sono stati sviluppati diversi tipi di ponti, che permettono il trasferimento degli asset in maniera sicura ed efficiente.
A cosa servono i bridge? Connessione e interoperabilità tra blockchain
Proprio come i ponti nel mondo reale collegano lingue di terra separate da un fiume, un lago o un mare, i ponti tra blockchain esistono per connettere le diverse blockchain, consentendo connettività e interoperabilità tra di esse.
Le blockchain infatti esistono come ‘ambienti isolati’, il che significa che non possono scambiare dati e comunicare con altre blockchain in modo nativo. Di conseguenza, sebbene possa esserci una notevole attività e innovazione all’interno di un ecosistema (come in DeFiChain 👀), essi sono limitati spesso dalla mancanza di connettività e interoperabilità con altri ecosistemi.
I ponti offrono un modo per connettere blockchain che altrimenti rimarrebbero isolate. Essi stabiliscono un link tra le blockchain, attraverso il quale token e smart contract possono essere trasferiti da una catena all’altra.
I vantaggi dei ponti tra blockchain
In parole semplici, i ponti sbloccano numerosi use case consentendo alle blockchain di scambiare dati e spostare asset tra di loro.
Ogni blockchain ha infatti i propri punti di forza, le proprie debolezze e in generale approcci diversi nella creazione di applicazioni (come velocità, rendimenti, costi, ecc…). I ponti contribuiscono allo sviluppo dell’intero ecosistema cripto, permettendo alle blockchain di sfruttare le innovazioni reciproche.
Per gli sviluppatori, i ponti consentono:
- Il trasferimento di dati, informazioni e asset tra catene.
- Lo sblocco di nuove funzionalità e use case per i vari protocolli, ampliando ciò che i protocolli stessi possono offrire.
- L’opportunità di sfruttare i punti di forza di diverse blockchain. Ad esempio, gli sviluppatori possono trarre vantaggio dalle commissioni più basse offerte dalle diverse soluzioni L2, distribuendo le loro dApps su altre catene o sidechain.
- La collaborazione tra sviluppatori provenienti da vari ecosistemi per creare nuovi prodotti o migliorare prodotti esistenti aggiungendo nuovi use case, sfruttando tecnologie più efficienti presenti su alcune blockchain (un esempio è la distribuzione automatica delle ricompense su DeFiChain).
- L’attrazione di nuovi utenti e di comunità provenienti da altri ecosistemi grazie all’integrazione delle dApps.
Come funzionano i ponti tra blockchain?
Sebbene esistano molte tipologie di ponti, tre sono i metodi principalmente utilizzati per trasferire gli asset tra le diverse chain:
- Lock & mint: consiste nel blocco degli asset sulla blockchain di origine e nel conio di asset sulla blockchain di destinazione.
- Burn & mint: consiste nella distruzione (burn) degli asset sulla blockchain di origine e nel conio di asset sulla blockchain di destinazione.
- Atomic swap: consiste nello scambio di asset sulla blockchain di origine con asset sulla blockchain di destinazione (ne avevamo uno DFI <—> BTC su DeFiChain, ma è stato temporaneamente disabilitato a seguito della scoperta di un bug).
I tipi di bridge
I ponti possono generalmente essere classificati in una delle seguenti categorie:
- Ponti nativi: questi ponti sono tipicamente costruiti per inviare liquidità su una specifica blockchain, rendendo più semplice per gli utenti spostare fondi verso l’ecosistema.
- Ponti basati su validatori o oracoli: questi ponti si basano su un insieme esterno di validatori o oracoli per convalidare i trasferimenti tra catene.
- Ponti ‘generalizzati’ per il trasferimento di messaggi: Questi ponti possono essere usati per trasferire messaggi e altri dati tra blockchain, oltre ai semplici asset.
- Network di liquidità: questi ponti si concentrano principalmente sul trasferimento di asset da una catena all’altra tramite atomic swap.
A livello generale, i ponti possono essere classificati come fidati (trusted) e senza fiducia (trustless).
- Fidati (Trusted): i bridge trusted sono verificati esternamente. Utilizzano un insieme esterno di verificatori (Federazioni con multi-sig, sistemi di calcolo multiparte, reti di oracoli) per inviare dati tra catene. Di conseguenza, possono offrire un’ottima connettività e consentire il passaggio completo di messaggi tra blockchain. Inoltre, tendono ad essere veloci e convenienti dal punto di vista dei costi. Tuttavia offrono una minore sicurezza, poiché gli utenti devono fare affidamento sulla sicurezza del ponte.
- Senza fiducia (Trustless): questi ponti si basano sulle blockchain che stanno collegando e sui loro validatori per trasferire messaggi e token. Sono ‘senza fiducia‘ perché non necessitano di fiducia in soggetti terzi (oracoli o validatori esterni) oltre alle blockchain di partenza e destinazione. Di conseguenza, i ponti senza fiducia sono considerati più sicuri dei ponti trusted.
N.B. un’ulteriore distinzione generale può essere effettuata sulla base delle ‘direzioni’ consentite. Esistono infatti:
- Ponti unidirezionali: consentono unicamente il trasferimento in modalità ‘solo andata’ da una blockchain all’altra (un esempio è il network WBTC).
- Ponti bidirezionali: consentono il trasferimento di asset in entrambe le direzioni tra le varie blockchain (il bridge Polygon ne è un esempio. Esso consente infatti il trasferimento Ethereum —> Polygon e Polygon —> Ethereum).
Compromessi da considerare
Con i ponti, non esistono soluzioni perfette, ma solo compromessi per soddisfare uno scopo. Sviluppatori e utenti possono valutare i ponti in base ai seguenti fattori:
- Sicurezza: chi garantisce il sistema? I ponti garantiti da validatori esterni (trusted) sono generalmente meno sicuri dei ponti garantiti nativamente dalle blockchain (trustless).
- Comodità: quanto tempo ci vuole per completare una transazione e quante transazioni deve firmare un utente? Per uno sviluppatore, quanto tempo ci vuole per integrare un ponte e quanto è complesso il processo?
- Connettività: quali sono le diverse catene di destinazione a cui un ponte può connettersi (sidechain, altre blockchain di primo o secondo livello, ecc.) e quanto è difficile integrare una nuova blockchain?
- Capacità di trasferire dati complessi: un ponte può consentire il trasferimento di messaggi e dati arbitrari, oppure supporta solo il trasferimento di asset tra blockchain?
- Convenienza economica: quanto costa trasferire asset tra catene tramite un bridge? In genere, i ponti applicano una commissione fissa o variabile a seconda dei costi del gas e della liquidità di percorsi specifici.
I rischi dei bridge tra criptovalute
Last, but not least… è necessario porre attenzione ai rischi legati all’utilizzo dei bridge tra criptovalute.
I ponti sono infatti responsabili dei tre più grandi attacchi nella DeFi e sono ancora in una fase iniziale di sviluppo. Utilizzare un ponte comporta i seguenti rischi:
- Rischi legati agli smart contract: sebbene molti ponti abbiano superato con successo diversi audit, basta un errore in uno smart contract per esporre gli asset a attacchi informatici (es: è ciò che è successo col il Wormhole Bridge di Solana).
- Rischi finanziari sistemici: molti ponti utilizzano asset wrapped per coniare versioni standard dell’asset originale su una nuova blockchain. Ciò espone l’ecosistema a rischi sistemici determinati dall’utilizzo delle versioni wrapped.
- Rischi di controparte: alcuni bridge utilizzano un design trusted che richiede agli utenti di fare affidamento su validatori esterni, che potrebbero tuttavia agire in modo malevolo e avere come obiettivo quello di rubare i fondi degli utenti.
- Rischi imprevisti: infine, poiché i ponti sono in fase embrionale di sviluppo, ci sono molte domande senza risposta relative a come i ponti si comporteranno in diverse condizioni di mercato, come in periodi di congestione della rete e durante eventi imprevisti come attacchi di rete, ecc…
Speriamo che questa guida abbia contribuito a chiarire il funzionamento dei ponti nel mondo delle criptovalute. Continuate a seguirci per altri articoli informativi nella serie “DeFiChain spiegata“, dove approfondiremo ulteriormente l’universo delle cripto e della Finanza Decentralizzata (DeFi), nonché le sue applicazioni nell’ecosistema DeFiChain.
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