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In questo articolo, cerchiamo di fare luce sulla differenza fra APR e APY, due acronimi usati molto frequentemente nel mondo degli investimenti e della finanza decentralizzata.

Entrambi, infatti, si riferiscono ai rendimenti derivanti da liquidity mining, staking e lending, ma differiscono sia nella definizione che nel valore.

Per poter investire consapevolmente e allocare i propri fondi nel paniere con maggior rapporto rendimento / rischio, è dunque importante capirne le differenze.

Vediamo dunque insieme cosa sono APR e APY e come è possibile passare dall’uno all’altro.

APR e APY, la definizione

APR e APY sono definiti nel modo seguente:

  • APR: Annual Percentage Rate = tasso di interesse percentuale annuale = rappresenta il tasso di interesse di un’operazione di investimento su base annuale, senza includere l’interesse composto.
  • APY: Annual Percentage Yield = resa percentuale annuale = rappresenta la resa effettiva di un’operazione di investimento su base annuale, quando viene considerato anche l’interesse composto.

L’interesse composto

L’interesse composto è l’ottava meraviglia del mondo. Chi lo capisce, lo guadagna; chi non lo capisce, lo paga.

Albert Einstein

Secondo Einstein, l’interesse composto (in inglese compound interest) è l’ottava meraviglia del mondo, e infatti è amato da tutti gli investitori, Warren Buffet incluso.

L’interesse composto è il risultato del reinvestire gli interessi in modo tale da guadagnare interessi non solo sul capitale iniziale ma anche sugli interessi precedenti.

Facciamo un esempio. Se investo 1000€ con un tasso di interesse annuo del 10%, dopo esattamente un anno avrò guadagnato 100€, ovvero avrò 1100€ in totale. Il secondo anno il 10% viene applicato su 1100€, e non su 1000€ come nel primo anno. Quindi, al termine del secondo anno avrò guadagnato 110€, 10€ in più rispetto al primo anno. Questo ragionamento può essere esteso su N anni.

La formula generale che regola l’interesse composto è la seguente.

{\displaystyle A=P\left(1+{\frac {r}{n}}\right)^{nt}}

dove:

  • A è il capitale finale;
  • P è il capitale iniziale (anche noto come principale);
  • r è l’interesse annuo (quello che abbiamo definito come APR);
  • n è la frequenza di compounding;
  • t è la durata complessiva dell’investimento, espressa con la stessa unità di tempo di r (di solito anni);

L’interesse totale generato è dato dal valore finale meno il valore iniziale, ovvero:

{\displaystyle I=P\left(1+{\frac {r}{n}}\right)^{nt}-P}

Come passare da APR a APY

Se avete capito cosa è l’interesse composto, passare da APR a APY è molto semplice. Infatti, basta applicare la formula spiegata precedentemente.

Facciamo un esempio: investo 1000€, a un tasso del 10%, per 10 anni.

L’APR del mio investimento è banalmente il 10%, quindi APR = 10%.

A quanto ammonta, invece, l’APY? Dipende da quante volte reinvestiamo i nostri rendimenti. Facciamo quattro esempi:

  • Cadenza giornaliera
  • Cadenza settimanale
  • Cadenza mensile
  • Cadenza annuale

In tutti questi casi:

  • P = 1000
  • r  = APR = 10%
  • t = 10 anni

Mentre quello che varia è n.

Esempio 1: cadenza giornaliera

In questo esempio supponiamo di reinvestire i guadagni derivanti dagli interessi una volta al giorno, ovvero n = 3650 (1 volta al giorno, per 365 giorni all’anno, per dieci anni).

Applicando la formula troviamo che:

  • A = capitale finale = 2718.245€
  • APY = 10.517%

Esempio 2: cadenza settimanale

In questo esempio supponiamo di reinvestire i guadagni derivanti dagli interessi una volta a settimana, ovvero n = 520 (1 volta a settimana, per 52 settimane all’anno, per dieci anni).

  • A = capitale finale = 2718.021€
  • APY = 10.516%

Esempio 3: cadenza mensile

In questo esempio supponiamo di reinvestire i guadagni derivanti dagli interessi una volta al mese, ovvero n = 120 (1 volta al mese, per 12 mesi all’anno, per dieci anni).

  • A = capitale finale = 2717.150€
  • APY = 10.512%

Esempio 4: cadenza annuale

In questo esempio supponiamo di reinvestire i guadagni derivanti dagli interessi una volta all’anno, ovvero n = 10 (1 volta all’anno, per dieci anni).

  • A = capitale finale = 2704.814€
  • APY = 10.462%

Nota: per passare da APR a APY in questi esempi abbiamo usato il calcolatore che trovate sul nostro sito.

APR e APY su DeFiChain

Su DeFiChain i rendimenti derivanti da liquidity mining, staking sono sempre espressi in termini di APR.

In particolare, l’APR delle pool di liquidity mining è costantemente consultabile su DeFi Scan, mentre l’APR e l’APY dello staking sono ad esempio disponibili su DeFiChain Income (uno dei progetti della comunità di cui parleremo nei prossimi articoli).

Alcuni servizi di terze parti, come ad esempio Cake DeFi o LOCK, forniscono la possibilità di reinvestire automaticamente i proventi dello staking, rendendo di fatto l’interesse composito automatico.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo fatto chiarezza sul significato di APR e APY evidenziandone le differenze e spiegando come si possa passare facilmente dall’uno all’altro.

Abbiamo anche analizzato alcuni esempi per mostrare come cambia il rendimento di un ipotetico investimento assumendo frequenze di reinvestimento degli interessi giornaliere, settimanali, mensili e annuali. In questo caso, sta all’investitore decidere ogni quanto investire, in base al trade-off fra effort e rendimento.

Noi personalmente cerchiamo di reinvestire le ricompense di staking e liquidity mining di DeFiChain ogni settimana. E voi? Fatecelo sapere nei commenti su Twitter.

PS: per fare ulteriori simulazioni in modo indipendente vi ricordiamo che potete usare il calcolatore che trovate sul nostro sito.

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