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In uno degli scorsi articoli della categoria DeFiChain spiegata abbiamo trattato il tema dello staking, riferendoci spesso ai blocchi e alle ricompense ad essi collegate. È giunto il momento di fare un passo indietro e spiegare che cos’è un blocco.
In una blockchain un blocco corrisponde all’unità fondamentale minata da un nodo (che nel caso di DeFiChain si chiamano masternode) all’interno della quale vengono collezionate e validate le transazioni eseguite dagli utenti. All’interno di esse ce n’è una un po’ particolare: la coinbase.
La coinbase
Il nome vi suona familiare? Il 99% di noi accosta ‘coinbase’ al nome del famoso Exchange Centralizzato (CEX) Coinbase, ma in realtà significa anche altro.
La coinbase è una transazione (tx) speciale, poiché non viene spedita da nessun indirizzo. Il suo contenuto è infatti rappresentato da monete che fino a un istante prima non esistevano e che vengono mintate assieme al blocco stesso. Il valore della transazione coinbase corrisponde alla ricompensa spettante al nodo per aver mintato quel blocco e varia nel tempo a seconda dell’halving in vigore.
Per meccanismi di sicurezza codificati nel protocollo Bitcoin la ricompensa generata dal nodo nella transazione coinbase non risulta spendibile prima di aver ricevuto 100 conferme, quindi risulta accessibile solo dopo un numero non inferiore ai 100 blocchi mintati successivamente a quello preso in considerazione.
Questo poiché in linea del tutto teorica il nodo che minta il blocco potrebbe agire in modo malevolo ed inserire un importo diverso per la transazione coinbase rispetto a quello che dovrebbe ricevere considerando l’altezza del blocco.
N.B. DeFiChain, essendo una fork di Bitcoin, non fa eccezione e condivide questo meccanismo di sicurezza. Se dunque utilizzando il Wallet Desktop DeFiChain (di cui abbiamo parlato nella sezione Tutorial del sito) avete pensato che l’app fosse lenta a sincronizzare il nuovo saldo, non è così. Il saldo viene aggiornato istantaneamente dopo aver ottenuto 100 conferme.
La distribuzione dei DFI generati dalla coinbase su DeFiChain
Adesso che è chiaro da dove provengono le ricompense per blocco che abbiamo imparato a conoscere nell’articolo di approfondimento sullo staking, è il momento di introdurre un po’ di complessità ed analizzare come vengono ripartiti i DFI generati ad ogni blocco su DeFiChain. Le ricompense per il minting dei blocchi da parte dei masternode non sono infatti che una parte.
Come già anticipato nell’articolo sullo staking, tali ricompense calano di circa l’1.7% ogni 32690 blocchi (approssimativamente ogni 2 settimane, come stabilito dalla DFIP #8). Nel momento in cui scriviamo vengono generati in totale 184.60 DFI per blocco. Essi vengono suddivisi come segue:
- 61.53 DFI come ricompensa ai masternode per il minting dei blocchi
- 46.98 DFI per i provider di liquidità delle crypto
- 45.56 DFI per i provider di liquidità dei dToken
- 9.06 DFI vengono destinati ai Fondi della Comunità (usati per finanziare le CFP)
- 0.04 DFI vengono utilizzati per le commissioni legate all’Anchoring su Bitcoin
- 21.43 DFI (al momento non utilizzati) vengono burnati. Presto tuttavia verranno destinati al bot di burn di dUSD secondo quanto stabilito dalla DFIP-2211-B.
Adesso che abbiamo una panoramica più generale sui blocchi e sulla ripartizione dei DFI mintati tra i vari servizi, ci sarà certamente più semplice capire da dove provengono le ricompense dello staking, del liquidity mining e come fanno a rigenerarsi continuamente i Fondi di Sviluppo della Comunità.
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