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Nell’articolo dedicato a DeFiChain della categoria DeFiChain spiegata abbiamo fatto menzione ai vari meccanismi di consensus che le differenti blockchain possono avere. I principali sono il Proof-of-Work (utilizzato da Bitcoin) e il Proof-of-Stake (da settembre in uso su Ethereum e da sempre utilizzato come meccanismo principale di consensus proprio su DeFiChain).
In questo articolo tratteremo cosa si intende per staking nello specifico, come funziona su DeFiChain, perché è importante per la blockchain e quali vantaggi e svantaggi può comportare per l’utente.
Dal Proof-of-Stake allo staking
Se da una parte il Proof-of-Stake (POS) è il meccanismo di consensus, ci si riferisce allo staking (letteralmente “il mettere in gioco”) come all’atto di mettere a disposizione una propria quota di moneta (nel caso di DeFiChain il DFI), necessaria al fine di mintare – cioè creare – i blocchi, validando le transazioni contenute al loro interno.
Questo meccanismo è fondamentale per la sicurezza di DeFiChain in quanto permette la verifica delle transazioni in maniera decentralizzata e indipendente da parte di coloro che fanno parte della blockchain.
Come è comprensibile tuttavia, impegnare i propri fondi nella validazione dei blocchi porta a non poterli temporaneamente impiegare in altri strumenti quali il Liquidity Mining (di cui vi abbiamo parlato qui). Per questo motivo è prevista una ricompensa (in DFI) che si ottiene ogniqualvolta il proprio masternode minta un blocco.
A quanto ammontano le ricompense dello staking?
La risposta più corretta è: dipende.
Un singolo blocco mintato nel momento in cui scriviamo dà diritto a 62.56 DFI. Tali ricompense decrescono dell’1.7% circa ogni 32690 blocchi (approssimativamente ogni 2 settimane, come stabilito dalla DFIP #8: DFI emission rate beyond the first year). In questo modo anziché avere un dimezzamento brusco di emissione di nuovi DFI ogni tot anni (simile all’halving di Bitcoin), in DeFiChain si ha una discesa più costante, ma anche più dolce nel numero di ricompense.
Ma dal momento che lo staking non dà diritto a rendite fisse, bensì è dipendente dal minting effettivo dei singoli blocchi, sono stati elaborati dei sistemi che aiutino a capire il rendimento atteso nel corso di un anno, calcolando una percentuale di rendimento approssimativa data dalla media di tutti i blocchi mintati da masternode con simili caratteristiche: stiamo parlando di APR e APY (presto un articolo a riguardo).
Nel momento in cui scriviamo, le APR e APY dello staking sono le seguenti:
- Masternode semplice: 19.5% APR (~21.5% APY).
- Masternode (con Freezer a 5 anni): 29.2% APR (~33.8% APY).
- Masternode (con Freezer a 10 anni): 39.0% APR (~47.4% APY).
Fonte: DeFiChain Income
Come si mettono in staking i DFI?
Partiamo col dire che l’unico modo per mettere direttamente in staking i propri DFI è attraverso la creazione di un masternode (presto un articolo su come crearne uno). Nonostante tuttavia il numero di DFI richiesto per crearne uno sia stato abbassato da una DFIP (precisamente la DFIP #4: Reduction of masternode collateral to 20,000 DFI), risulta ancora non sempre accessibile a tutti (sono infatti richiesti pur sempre 20000 DFI per creare un MN).
Per questo col passare del tempo sono nate sempre più aziende che permettono agli utenti di poter mettere a lavoro i propri DFI anche senza averne a sufficienza per creare un masternode. Per avere un’idea generale: esse collezionano i DFI che gli utenti decidono di affidare loro e con essi costruiscono dei masternode “collettivi”. La somma di tutte le ricompense che vengono generate da tutti i masternode vengono poi ripartite tra tutti gli utenti, in % rispetto alla quota totale investita dai singoli.
Nel momento in cui scriviamo le aziende principali che offrono questo servizio sono principalmente 3:
• Lock
Non entreremo nel dettaglio delle specifiche modalità di funzionamento dei vari servizi e dei diversi intervalli temporali in cui vengono distribuite le ricompense, poiché ciò esula dagli scopi di questo articolo. Vi basti sapere che esistono anche queste 3 soluzioni, che potete utilizzare in alternativa o in associazione alla creazione di un masternode.
Come vengono distribuite le ricompense dello staking?
Come precedentemente accennato, le ricompense dello staking vengono distribuite al masternode nel momento in cui quest’ultimo minta un blocco.
Il minting del blocco tuttavia è un evento casuale: un singolo blocco è infatti mintato da uno dei più di 10mila masternode attualmente esistenti (13212 nel momento in cui scriviamo). Ciò si traduce spesso in un’attesa di alcuni giorni fra il minting di un blocco e l’altro.
Esistono però degli elementi che rendono più probabile il minting dei blocchi da parte dei masternode che aspettano da più tempo, tant’è che in gergo ci si riferisce ad essi come delle “code”, anche se come tra poco scopriremo non sono delle vere e proprie code.
Tali moltiplicatori sono denominati “Target Multiplier” e come il nome indica aumentano le probabilità di raggiungere l’obiettivo: il loro numero massimo è di 4 unità e possono avere valori compresi tra 1 e 57 (1 se la “coda” ha appena mintato un blocco, 57 se sono passati molti giorni). L’incremento di un’unità del moltiplicatore avviene ogni 6 ore.
Queste “code” come dicevamo sono 4: i masternode normali possiedono 2 moltiplicatori, quelli con Freezer a 5 anni 3, ed infine quelli freezati a 10 anni 4.
Ad esempio un masternode semplice che ha mintato un blocco da poche ore e il precedente alcuni giorni prima può avere i seguenti moltiplicatori:
2 | 23 | / | / |
Mentre un masternode freezato a 5 anni con blocchi tutti mintati nello stesso giorno a distanza di poche ore, ma ormai molti giorni nel passato avrà questi moltiplicatori:
56 | 55 | 57 | / |
Ogni volta che una “coda” minta un blocco, cioè quando uno dei moltiplicatori va a segno, il corrispondente moltiplicatore si resetta e torna a valere 1.
Questo è infine l’aspetto dei moltiplicatori di un masternode freezato a 10 anni che abbia mintato dei blocchi in periodi diversi, l’ultimo dei quali (nella 3ª casella) compreso tra le 6 e le 12 ore precedenti alla rilevazione:
43 | 26 | 2 | 18 |
Le votazioni delle DFIP/CFP
Mettere i propri fondi in staking tramite un masternode non significa tuttavia unicamente trarre profitto dal minting dei blocchi. Con esso si acquista infatti anche il diritto/dovere di prendere parte alle votazioni delle DFIP e CFP (per approfondire: “Che cos’è DeFiChain?”). Sebbene ciò possa essere a volte un po’ laborioso, essendo in alcuni casi le proposte piuttosto complesse, è importante e assolutamente necessario al corretto funzionamento di DeFiChain e al suo continuo miglioramento.
Come direbbe zio Ben: “Da un grande potere, derivano grandi responsabilità”.
Adesso che sapete come funziona nel dettaglio lo staking su DeFiChain e avete imparato in cosa differiscono lo staking puro e quello associato a Frezeer a 5 e 10 anni ed i diversi rendimenti, non ci resta che augurare buono staking a tutti!
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